LE RELIGIONI: I dieci comandamenti

Nell'articolo precedente abbiamo iniziato un analisi della religione cattolica, spiegando come la festività del Natale non sia altro che una festa pagana adattata alle credenze del cristianesimo.
Vediamo oggi di analizzare una delle basi della religione cristiana, ovvero i Dieci Comandamenti.
Leggendo la Bibbia, e più precisamente l'Antico Testamento, capitolo dell'Esodo, vedremo il popolo ebraico guidato da Mosè in fuga dall'Egitto per recarsi alla Terra Promessa.
In un certo punto di questo viaggio vicino al monte Sinai gli Ebrei si fermano e Mosè sale sul monte per alcuni giorni, in questo periodo gli vengono dettati i Dieci Comandamenti.

Ne esiste un altra versione, che è leggermente diversa e la troviamo nel capitolo del Deuteronomio, sempre nell'Antico Testamento.




I Dieci Comandamenti secondo la tradizione ebraica dell'Esodo:
  1. Io sono l'eterno tuo Dio, che ti trasse dalla terra d'Egitto, dal luogo dove eri schiavo.
  2. Non avrai altro Dio che me; non ti farai o adorerai alcuna immagine o figura.
  3. Non pronunciare il nome del Signore Dio tuo invano.
  4. Onora il giorno del sabato per santificarlo
  5. Onora tuo padre e tua madre
  6. Non uccidere
  7. Non commettere adulterio
  8. Non rubare
  9. Non fare falsa testimonianza contro il tuo prossimo
  10. Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare sua moglie, nè il suo schiavo, nè la sua schiava, nè il suo bue, nè il suo asino, nè cosa alcuna appartenga al tuo prossimo.


Ecco qui di seguito la versione riconosciuta in ambito cattolico e luterano (che segue il testo del Deuteronomio):











  1. Io sono il Signore, tuo Dio. Non avere altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo nè immagine. Non ti prostrerai davanti a quelle cose.
  2. Non pronunciare invano il nome del signore tuo Dio
  3. Osserva il giorno di sabato per santificarlo
  4. Onora tuo padre e tua madre
  5. Non uccidere
  6. Non commettere adulterio
  7. Non rubare
  8. Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo
  9. Non desiderare la moglie del tuo prossimo
  10. Non desiderare la casa del tuo prossimo nè alcuna delle cose del tuo prossimo
Come vediamo le differenze sono lievi e comunque il significato è quello.
Secondo le scritture questi comandamenti sarebbero stati dettati da Dio a Mosè per suggellare l'alleanza che Dio fà con il suo popolo e regolano il rapporto tra Dio e il popolo e tra l'uomo e il suo prossimo.





Voglio adesso analizzare un testo antico, risalente ad un epoca antecedente ai Faraoni Egiziani, ma che ha continuato a guidare il popolo egiziano fino alla sua scomparsa, il Libro dei Morti.
Questo antico testo risalente al 3500a.c. ha 165 capitoli e parla di riti magici, metafisica e i vari stati dell'anima prima e soprattutto dopo la morte.

Serviva a pronunciare le formule magiche per facilitare il viaggio del morto nell'aldilà.




Quando un Faraone moriva c'era un complesso rito funebre e durante il rito si pronunciava una dichiarazione di innocenza di fronte a Osiride:
  • Non ho detto il falso
  • Non ho commesso razzie
  • Non ho rubato
  • Non ho ucciso uomini
  • Non ho commesso slealtà
  • Non ho sottratto le offerte al dio
  • Non ho detto bugie
  • Non ho sottratto cibo
  • Non ho disonorato la mia reputazione
  • Non ho commesso trasgressioni
  • Non ho ucciso tori sacri
  • Non ho commesso spergiuro
  • Non ho rubato il pane
  • Non ho origliato
  • Non ho parlato male di altri
  • Non ho litigato se non per cose giuste
  • Non ho commesso atti omosessuali
  • Non ho avuto comportamenti riprovevoli
  • Non ho spaventato nessuno
  • Non ho ceduto al'ira
  • Non sono stato sordo alle parole di verità
  • Non ho arrecato dirturbo
  • Non ho compiuto inganni
  • Non ho avuto una condotta cattiva
  • Non mi sono accoppiato (con un ragazzo)
  • Non sono stato negligente
  • Non sono stato litigioso
  • Non sono stato esageratamente attivo
  • Non sono stato impaziente
  • Non ho commesso affronti contro l'immagine di un dio
  • Non ho mancato alla mia parola
  • Non ho commesso cose malvagie
  • Non ho avuto visioni di demoni
  • Non ho congiurato contro il re
  • Non ho proceduto a stento nell'acqua
  • Non ho alzato la voce
  • Non ho ingiuriato dio
  • Non ho avuto dei privilegi a mio vantaggio
  • Non sono ricco se non grazie a ciò che mi appartiene
  • Non ho bestemmiato il nome del dio della città .
Ovviamente il testo qui sopra è semplificato, se qualcuno vuole leggere il Libro dei Morti completo può scaricarlo da qui.


Inoltre possiamo vedere altre analogie nel capitolo CXXV (125) che tratta del "testo per entrare nella Sala delle Verità e giustizia e per separare la persona dai peccati commessi e per vedere il volto degli dei."






O tu dai larghi passi che appari a Heliopolis! Io non ho fatto il male! O tu che guardi indietro, che appari nel Ro-stau! Io non ho ucciso! O tu dalla faccia indietro, che appari nella caverna! Io non ho commesso atti impuri! O Uammit che appari nel luogo di immolazione! Io non ho commesso adulterio con una donna sposata! O Kenememti che appari in Kemenit! Io non ho bestemmiato! O frantumatore di ossa, che appari in Hetnen-nesut! Io non sono stato mentitore! O tu Narice che appari a Hermopolis! Io non sono stato invidioso! O vento di fuoco che appari a Menfi! Io non ho rubato cibo!




Quale conclusione possiamo trarre da tutto ciò ? teniamo presente che Mosè nacque in Egitto e oltre ad essere un consigliere del Faraone, secondo alcune leggende, ne sposò la sorella.
Mi pare il tutto abbastanza ovvio, i Dieci Comandamenti, che vengono insegnati a tutti, altro non sono che una preghiera appartenente ad un rito funebre degli antichi egizi.

alla prossima...

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